BARI, BABY GANG: SDOGANATA LA VIOLENZA COME STRUMENTO DI COMUNICAZIONE

Febbraio 3, 2020

BARI, BABY GANG: SDOGANATA LA VIOLENZA COME STRUMENTO DI COMUNICAZIONE

Il presidente dell’Ordine degli Psicologi di Puglia Gesualdo: “Prevenzione e azioni di psicologia di comunità, le strategie migliori per combattere il bullismo. Rafforzare il senso dell’appartenenza e di coesione sociale”.

Continuano le vicende di bullismo ad opera di baby gang. Lo scorso sabato la città di Bari è stata lo scenario di due episodi legati a questo fenomeno: il primo, sulla “Muraglia”, vede come vittima due coppie di giovani aggredite dal “branco” per motivi inesistenti e il secondo, in via Sparano, un ragazzo.

“Assolutamente comprensibile la rabbia e l’indignazione della mamma di una delle ragazzine aggredite che ha inviato una lettera “d’aiuto” al sindaco Decaro” afferma Vincenzo Gesualdo, presidente dell’Ordine degli Psicologi della Regione Puglia.

“Il bullismo è un fenomeno sociale con caratteristiche sempre più complesse di quelle che potevamo riconoscere qualche tempo fa. L’aggressione rappresenta un tentativo di sedare le paure, gli aspetti fobici dell’aggressore si manifestano con l’annientamento della vittima, individuata per caratteristiche di fragilità o, come nel caso delle due coppie aggredite, solo per il gusto di ledere l’altro senza alcun motivo” continua Gesualdo.

“L’intera comunità professionale è al fianco delle famiglie, offrendo loro il pieno sostegno. La strategia migliore per combattere il bullismo rimane comunque la prevenzione. Va promosso, a partire dagli ambienti familiari, scolastici, e dei media un clima culturale e sociale che scoraggi sul nascere certi comportamenti prepotenti e prevaricatori. Il ruolo dello psicologo è fondamentale per aiutare sia la vittima che il carnefice attraverso interventi di sensibilizzazione sulla comunità, con programmi ed interventi psicosociali e psicopedagogici. Sia a casa che a scuola è importante insegnare il rispetto verso gli altri, favorire l’autostima e formare, sia gli adulti che i ragazzi, ad affrontare i conflitti, a gestire le emozioni e a rispettare la convivenza civile e le regole” conclude Gesualdo.

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