MOLESTIE E VIOLENZE, BABY GANG IN AZIONE A BARI. GESUALDO: “SERVE UN’AZIONE STRUTTURATA E UNIFICATA”
Il presidente dell’Ordine delle psicologhe e degli psicologi di Puglia Vincenzo Gesualdo: “Prevenzione e azioni di psicologia di comunità, le strategie migliori per combattere il bullismo”
“Due casi di violenza e molestie registrati in pochi giorni che denotano come il limite sia stato ormai superato e che un intervento da parte di istituzioni, politica, famiglia e scuola non può essere procrastinato”. È l’appello lanciato da Vincenzo Gesualdo, presidente dell’Ordine delle psicologhe e degli psicologi della Regione Puglia, in merito ai casi di molestie e abusi ai danni di due minorenni per mano di baby gang registrati a Bari negli ultimi giorni.
“L’aggressione e la violenza hanno come comune denominatore il tentativo di sedare le proprie paure annientando la vittima, individuata sia per caratteristiche di fragilità sia esclusivamente per il gusto di ledere l’altro senza alcun motivo”. Ci troviamo di fronte a ragazzi che sembrano aver perso il contatto con le regole sociali e prima ancora con la regolazione emotiva.
“I giovani – continua lo psicologo – hanno cercato di costruirsi una identità negli ultimi due anni dentro le mura di una casa. Adesso desiderano essere visti, bramano una conferma da parte del branco e lo fanno attraverso il fisico e le azioni. L’acting out, l’agire impulsivo e rabbioso, è per loro sono un modo per esistere e avere un ruolo”.
Quello del bullismo è un fenomeno che enfatizza i comportamenti di prepotenza e aggressività come unico canale comunicativo e relazionale.
“Occorre individuare un’area di intervento”, continua Gesualdo, “che è quella dell’infanzia e dell’adolescenza in cui famiglie e istituzioni che si interessano dello sviluppo dell’individuo orientino i propri processi formativi e di socializzazione alla ricostruzione di sentimenti di appartenenza”. “Per anni abbiamo lavorato sulla sola implementazione dell’Io isolando i ragazzi dalle esperienze di comunità e del noi. I valori della competitività e dell’individualismo hanno soppiantato quelli della solidarietà e del fare squadra. Le baby gang altro non sono che branchi fondati sulla individuazione del diverso/debole da sopraffare. L’alterità e la diversità le sono aliene”.
In quest’ottica la prevenzione, realizzata anche attraverso la realizzazione di punti di ascolto sul territorio, il potenziamento dei centri per le famiglie ed i consultori familiari, l’attuazione del servizio di psicologia scolastica e l’attivazione della psicologia di base, si presenta come una strategia ineludibile e non procrastinabile. Va promosso quindi, a partire dagli ambienti familiari e scolastici, un clima culturale e sociale che scoraggi sul nascere certi comportamenti prepotenti e prevaricatori. “Il ruolo dello psicologo è fondamentale per aiutare sia la vittima che il carnefice attraverso interventi di sensibilizzazione sulla comunità, con programmi ed interventi specifici e mirati”, conclude Gesualdo. “Sia a casa che a scuola è importante insegnare il rispetto verso gli altri, favorire l’autostima e formare, sia gli adulti che i ragazzi, ad affrontare i conflitti, a gestire le emozioni e a rispettare la convivenza civile e le regole”.