Rapita dall’ex compagno a 200 mt dalla scuola di sua figlia, Di Gioia “Diffondere la cultura del controllo delle emozioni”

Settembre 24, 2019

Rapita dall’ex compagno a 200 mt dalla scuola di sua figlia, Di Gioia “Diffondere la cultura del controllo delle emozioni”

“Continuano gli incredibili episodi in cui sentimenti quali gelosia, vendetta, incapacità di affrontare il dolore della separazione inducono all’esercizio di potere e prevaricazione dell’uomo sulla donna, in nome di un presunto “amore intenso e passionale”, purtroppo ancora ben radicato nella società, che giustifica queste azioni indicando nel “troppo amore” la causa scatenante delle azioni violente”.

Tornando al caso accaduto in provincia di Brindisi, il dottor Di Gioia aggiunge: “Non solo l’atto plateale, compiuto dinanzi ad una scuola elementare, ma anche la complicità del fratello dell’aggressore, indicano quanti passi ci siano ancora da fare sia sul piano culturale che su quello giuridico. Oltre al retaggio culturale sulla presunta superiorità dell’uomo che, al contrario, risulta incapace di affrontare ed elaborare i propri sentimenti, arrivando a compiere gesti eclatanti come questo, incurante delle conseguenze, non possiamo non segnalare il fatto che la giustizia non applichi pene severe, pensiamo alle ultime sentenze che hanno ridotto notevolmente le pene detentive, in alcuni casi anche di 14 anni”.

Conclude il Presidente: “Vogliamo combattere con la cultura questa piaga, soprattutto invitando le vittime a denunciare. Spesso questo non avviene per paura di generare un’escalation di ulteriore violenza. La donna rapita ha dichiarato di aver lasciato l’ex compagno dopo mesi di vessazioni, minacce e maltrattamenti, e violenze psicologiche. Agli uomini diciamo che è possibile reagire in altri modi, se si è disposti ad abbassare le proprie difese e lasciarsi aiutare”.

Afferma il Consigliere Antonio Calamo Specchia, esperto nel lavoro con gli uomini maltrattanti: “Il modello culturale che rende possibile questi episodi è un modello patriarcale, in cui l’uomo è dominante, in termini psicologici, economici e di ruolo all’interno della società. La donna, vista come una proprietà, è relegata ad un ruolo dentro cui anche la semplice espressione di sé è percepita dall’uomo come una minaccia”.

“È fondamentale”, continua il dott. Calamo Specchia, “promuovere un’idea di mascolinità che contempli la capacità di esprimere le proprie emozioni, di vivere le relazioni dentro una cornice di rispetto e reciprocità. È in questa direzione che va il lavoro psicologico diretto agli autori di queste violenze: un lavoro multidisciplinare che solo lo psicologo può portare avanti”.

Per maggiori informazioni o interviste:
Presidente Ordine Psicologi Regione Puglia
Antonio Di Gioia, tel. 347 9692180

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