Arte in memoria

Aprile 9, 2019

Arte in memoria

Il 10 aprile, dalle 16:30 alle 18:30, presso la Fondazione Museo Pino Pascali di Polignano (BA) in via Parco del Lauro n°119, si svolgerà l’evento “Arte in memoria. Un viaggio avventuroso tra cercello, demenze e opere d’arte” patrocinato dall’Ordine degli Psicologi della Regione Puglia.

Arte in Memoria nasce con l’obiettivo di sensibilizzare il pubblico sui disturbi emotivo-comportamentali che insorgono inevitabilmente nei pazienti affetti da demenza e l’importanza della “Museo-Terapia” nel miglioramento della Qualità di vita di pazienti e familiari. La malattia, nella sua progressione, può coinvolgere ogni funzione dell’individuo inducendo disturbi nella sfera comportamentale, cognitiva ed emotiva, portando dal punto di vista psicopatologico a determinare l’esacerbazione sostanziale della personalità originaria. Nella prima fase della malattia si possono riscontrare perdita di memoria e deficit nelle altre funzioni cognitive; gli individui tendono spesso a chiudersi in se stessi (talvolta rendendosi conto dei propri fallimenti) e ad evitare le situazioni sociali in cui sono messi alla prova (giocare a carte, discutere con gli amici, frequentare i luoghi affollati, cucinare). Dal punto di vista psicopatologico si può affermare che gli individui spesso vadano incontro ad una depressione reattiva. In seguito, i disturbi cognitivi si accentuano e si aggiungono, a quelli già presenti, i disturbi del comportamento: il paziente può diventare apatico, silenzioso, perde l’iniziativa ed è poco reattivo o inizia a manifestare una certa aggressività sia verbale che motoria, che peggiorerà con l’avanzare della malattia. Date queste premesse, lo scopo del progetto è quello di offrire un’opportunità di incontro tra pazienti, caregivers e operatori, creando significati comuni che passano attraverso i diversi canali dell’arte. Arte che conserva in sé la memoria del passato, e memoria che attraverso l’arte torna a vivere nel presente. Arte e memoria creano in questo modo un ponte relazionale, offrendo l’opportunità di restare quanto più possibile integrati nella vita l’uno dell’altro e permettendo al malato di poter esprimere ancora se stesso.

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